Prestando attenzione, si possono individuare i sacchetti non conformi alla normativa vigente

Nell’ultimo mese, nella sola Campania, sono stati sequestrati 1000 kg di sacchetti per la spesa irregolari”; ha esordito così il co-conduttore Emanuele Biggi, durante la puntata di Geo trasmessa su Rai3 lunedì scorso.

E proprio per parlare di shopper illegali, negli studi Rai sono stati invitati il Maggiore Marilena Scudieri, Comandante dei Carabinieri Forestali di Caserta, e il Direttore di Assobioplastiche Carmine Pagnozzi.

Nonostante, come emerso dagli ultimi dati raccolti dall’Osservatorio di Assobioplastiche e inseriti nel rapporto Ecomafia 2019, siano stati fatti dei passi in avanti nella lotta al racket dei sacchetti non conformi alla normativa vigente, tale commercio alimenta ancora oggi un giro d’affari per un totale di circa 300 milioni di euro.

Come ricordato dal Maggiore Scudieri, al momento i sacchetti utilizzabili sono esclusivamente di due tipi: quelli biodegradabili e compostabili certificati, e quelli riutilizzabili, con l’obiettivo di evitare in entrambi i casi la dispersione delle plastiche.

“Nel 2018 e nei primi mesi del 2019 – ha proseguito il Maggiore Scudieri – i carabinieri hanno sequestrato 60 tonnellate di shopper”.

Per far fronte a tali illeciti, nel 2017 è stata promulgata e introdotta nel codice dell’ambiente una normativa volta a punire i trasgressori con sanzioni amministrative che, nei casi più gravi, possono raggiungere i 100.000 euro a cui si possono aggiungere sanzioni penali.

È dunque fondamentale che, per rispettare la legge, i sacchetti riportino stampati i marchi di certificazioni e la scritta “biodegradabile e compostabile”, nonché il riferimento alla normativa UNI EN13432 del 2002.

Il Direttore di Assobioplastiche Carmine Pagnozzi ha poi illustrato i concetti di biodegradabilità e compostabilità.

La biodegradabilità è una caratteristica intrinseca dei materiali ad essere disintegrati attraverso l’azione naturale di microrganismi che li trasformano in CO2, acqua e sali minerali.

Invece la compostabilità, come ha evidenziato Pagnozzi, è quella caratteristica che consente ai materiali, avviati agli impianti industriali di compostaggio, quindi in condizioni controllate di temperatura e umidità, di trasformarsi in ammendanti utili per fornire sostanza organica ai suoli e scongiurarne la desertificazione.

Solo se i materiali con cui vengono prodotti i sacchetti possiedono tali peculiarità, gli shopper possono essere gettati, insieme agli scarti di cibo, nella frazione organica; e, una volta compostati, divenire fertile humus per la coltivazione dei terreni e per la loro rigenerazione.

Per guardare l’intervista integrale, clicca qui.