Secondo un’inchiesta di Altroconsumo, il 40% dei sacchetti analizzati non è a norma, favorendo l’inquinamento dei nostri mari

Da un’inchiesta realizzata dalla rivista Altroconsumo, 4 sacchetti su 10, tra quelli distribuiti da 200 rivenditori, risulterebbero privi delle caratteristiche indispensabili per poter essere in linea con lo standard europeo UNI EN13432. Il fatto risulta ancora più grave se si pensa che a molti consumatori la violazione non interessa, poiché le buste di plastica vengono regalate dagli esercenti, contravvenendo ad un’altra disposizione prevista dalla normativa.

L’obiettivo della legge è di diminuire sensibilmente il numero degli shopper in plastica, contribuendo così alla riduzione del tasso di inquinamento anche dei nostri mari. Spesso, infatti, la fauna marina finisce per cibarsi dei minuscoli residui di quelle stesse microplastiche che vengono utilizzate per realizzare le buste, entrando inevitabilmente a far parte della catena alimentare.

Un importante dato rilevato da Altroconsumo è che nella grande distribuzione gli assidui controlli delle Forze dell’Ordine assicurano il rispetto della legalità; mentre nei piccoli negozi e nei mercati, una vigilanza meno stringente consente il commercio di sacchetti fuori norma e il proliferare delle attività criminose in questo settore.

Ma quali caratteristiche deve avere un sacchetto conforme alla legge?

Deve riportare:

  • la scritta “Biodegradabile e compostabile
  • la citazione dello standard europeo UNI EN13432
  • il marchio di un ente certificatore